Quando l’indipendenza e l’autonomia, la testardaggine di fare tutto da sola si trasforma da consapevolezza del proprio potere a solitudine, doppio lavoro e mancanza?
Parlando con le donne del mio corso è emerso un tema molto importante del femminile, e cioè, il dover sempre dimostrare qualcosa e il super lavoro costante.
Spalle dritte, mento alzato e via come guerriere indomite.
Lavora, sii indipendente e autonoma, abbraccia e accudisci bambini, fai surf sulle onde emotive di figli adolescenti, e nel frattempo non dimenticarti di te stessa e della tua femminilità, sii connessa con lo Yoni, coltiva il piacere, trova il tuo Shiva e fai sesso in modo sacro se ti vuoi evolvere.
E non finisce qui, perché devi anche capire chi sei, cosa sei venuta a fare su questa Terra… intanto le bollette continuano ad arrivare, bisogna pagare l’affitto o il mutuo, fare la spesa e soprattutto avere i soldi per farla, i figli continuano ad aver bisogno di te, di Shiva neanche l’ombra, il sesso è un lontano e sbiadito ricordo, se poi si parla di sesso sacro mi posso considerare illibata.
Non si finisce mai!
Finché si crolla esauste.
Finalmente!
Certo, è un vero casino perché tutte le incombenze sopra citate non si mettono in stand by, ma il crollo è necessario.
È il momento catartico per eccellenza, dove si riesce a mettere i confini, dove non t’importa più, e come una lupa ferita ringhi e mostri i denti a chiunque si avvicini.
E si procede in modo involontario ma inesorabile alla pulizia interiore ed esteriore.
Qualcuno si accovaccerà accanto a te a distanza di sicurezza, e aspetterà finché sarai pronta per essere aiutata, altri se ne andranno perché non sei utile in quello stato. Tu lasciali andare.
I figli diventeranno improvvisamente silenziosi e ti osserveranno, guardandoti impareranno come gestire il dolore dal tuo dolore. Loro lasciali avvicinare, mostra le tue ferite, ma lascia che se la cavino da soli per un po’, se mangeranno cereali a pranzo e cena per qualche giorno non succederà niente di male.
Prenditi il diritto di riposarti, ascolta il tuo corpo, senti dove fa più male… la testa? Lo stomaco? Il petto? Il cuore?
Ascoltati.
Tempo fa mi fu insegnata la Meditazione del Seno da una donna meravigliosa, Alison Wong, a un bellissimo ritiro sul Femminile Sacro condotto e ideato da Ariane Schurmann, chiamato Donna Divina. Voglio insegnarla anche a te, è molto potente.
La Meditazione del Seno
Sdraiati a pancia in su, sopra una superficie comoda, togli il reggiseno e rimani a seno nudo, copriti con una coperta se senti freddo. Metti le mani sul seno nudo, respira regolarmente ma lentamente portando l’attenzione sul seno, chiudi gli occhi e rilassati.
Ascoltati.
Ascolta le sensazioni del tuo corpo, è possibile che provi fastidio, non importa, rimani in ascolto per mezz’ora.
Trascorso il tempo prendi un quaderno e annota le sensazioni e le immagini che sono emerse. Fai questa meditazione ogni volta che ti sembra tutto troppo difficile.
Il seno è il nostro punto del piacere più potente. Il nostro indicatore del sì e del no, sia nella relazione con il partner, sia sotto forma di brividi e sensazioni nelle varie situazioni.
Come cavarcela?
Non ho una soluzione da dare alle donne sole per riuscire a barcamenarsi tra gli impegni del quotidiano, anche se vorrei averla, per me stessa e per essere d’aiuto, ma non ce l’ho.
Da donna stanca e sola posso dire: abbi cura di te stessa come meglio puoi, se a volte non ce la fai riposati e chiedi aiuto, se è possibile delega, non c’è niente di male. Purtroppo a volte non c’è nessuno, lo so.
Fai vedere ai tuoi figli che non sei fatta d’acciaio e che i colpi della vita ti feriscono, insegna loro a prendersi cura di se stessi mentre ti guardano prenderti cura di te stessa.
Shiva?
Boh!
Se lo vedi digli che lo Yoni fa da sola se non si sbriga, ed evolve per i fatti suoi!
Buona fortuna guerriere!
Enrica