Se si potesse riempire quel vuoto sarebbe tutto più facile?
Eppure, ce l’abbiamo messa tutta!
Abbiamo fatto pratiche ed esercizi spirituali,
sondato le ombre con una candela e dell’incenso.
Cambiato pensieri e parole,
rovistato tra memorie e vecchie foto di nonne e trisavoli.
Ci siamo guardate allo specchio con un occhio aperto e uno chiuso
finché…
finché siamo riuscite a guardare dritto in faccia il nostro riflesso,
che ci appartiene, sì, ma è un granello di sabbia del continente inesplorato che siamo.
E lo abbiamo anche amato quel riflesso,
senza compromessi,
amato e basta.
E allora perché quel vuoto non si riempie mai?
Perché quello spazio siderale e infinito tra ciò che vogliamo
e la sua manifestazione
sembra sempre più grande e incolmabile?
Messaggio della Runa Uruz
Quello spazio, spesso chiamato vuoto, che intercorre tra l’intento di realizzare un desiderio, un obiettivo, o arrivare in un determinato luogo e l’effettiva manifestazione, è spesso sentito come una mancanza da colmare.
In realtà non è così perché quello spazio, o vuoto, vissuto con sofferenza, è il nostro più grande alleato.
Questo vuoto è la runa Uruz.
Grazie al senso di mancanza si sceglie di intraprendere un viaggio, o al contrario di fermarsi.
Iniziare quel corso rimandato per mancanza di tempo.
Grazie a quel malessere alla bocca dello stomaco o all’altezza del cuore si ricomincia a dipingere, a cantare, a ballare, a scrivere. Si riprende in mano quel libro scomodo e difficile, s’incontra quella persona o si mette fine a quella relazione infelice.
Lo spazio tra l’intento e la sua realizzazione è una vera e propria scuola, che ci mette in relazione con le esperienze preparatorie all’intento stesso, o progetto, o desiderio, o sogno. Non importa come lo chiamiamo, resta di fatto che non esiste un vuoto da colmare ma da vivere, da sentire per essere pronti a tutto il nuovo che sta per arrivare. Lasciamoci guidare…
Enrica