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Niente

Ogni individuo è responsabile di se stesso, questo è imprescindibile, ma quando una persona si espone e divulga un pensiero, una teoria o un insegnamento, la sua responsabilità non è più solo verso se stessa ma anche verso chi l’ascolta.

Queste considerazioni le faccio a me stessa da qualche anno, da quando ho cominciato a scrivere e fare corsi di scrittura.

Ho dovuto fare una sana elaborazione e riflettere su cosa posso offrire per far star bene le persone che leggono quello che scrivo, o che partecipano ai miei corsi. In fondo è sempre stato questo il mio intento.

Cosa mi fa sentire in diritto di poter divulgare il mio pensiero, la mia esperienza e le mie riflessioni?

Alla fine, io che cosa ne so, posso parlare per me, posso dire che se non avessi cominciato a scrivere probabilmente non sarei qui a raccontarlo per vari motivi, uno tra tutti certamente perché non avrei scritto libri o creato un blog e pubblicato articoli.

Non mi sarei mai permessa di proferire alcuna elucubrazione della mia mente, non che sarebbe stata una gran perdita, ma se fossi rimasta la donna che ero non avrei avuto niente da raccontare.

Vivere o sopravvivere?
Seguire il fuoco fatuo di un sogno o la strada comoda?

Forse il mio cuore avrebbe continuato a battere, il mio cervello avrebbe continuato a mandare impulsi nervosi, tutto il mio sistema linfatico, nervoso, sanguigno e tutti i miei organi e le mie cellule avrebbero continuato a vivere, sì certo, ma come?

Come sarebbe stata la mia vita se io avessi abbandonato questo sogno utopistico (molto utopistico)?
Che donna sarei adesso?
Che madre sarei adesso?

Giuro che se ci penso mi viene da piangere e non esagero.
Se sono riuscita ad uscire dai ruoli e a superare un bel po’ di limiti, è stato grazie a quel giorno lontanissimo quando, davanti alla schermata bianca del computer, ho cominciato a scrivere.

Erano successe tante cose in quel periodo, io ero malata abbastanza gravemente, avevo una bambina piccola di pochi mesi, altri due figli adolescenti con tutti gli annessi del caso, e una cara amica era scomparsa stroncata da un tumore.
Io pensavo al senso di tutto, ma non c’era nessun senso.

Cercavo di sopravvivere tra letture decenti, preparando pranzi e cene, crescendo i figli, lavorando per tornare a casa stanca e incazzata come una iena, insofferente verso me stessa e verso il mondo intero.
Finché mi sono presa la responsabilità di ascoltare il mio cuore.

Che cos’è la responsabilità alla quale mi riferisco?

Non è uno dei tanti modi per dare castighi o compiti da eseguire, o leggi, o che ne so… una morale comune.
La responsabilità primaria in questa vita, mentre poggio i piedi su questa Terra è il benessere, certo, ma soprattutto essere sincera e narrare la verità del cuore.

Ma qual è la verità del cuore?

La mia verità non sarà uguale alla verità di qualcun altro, quindi cos’è la responsabilità verso la verità?
Forse è solamente dire: non so niente, so solo che non posso incolpare qualcun altro se le cose vanno male, che devo essere riconoscente a chi mi aiuta ma che ogni traguardo è mio l’ho raggiunto con le mie gambe, e se non scrivo sto male.

La scrittura per me è stata un salvavita, e forse lo può essere anche per te, perché mi ha permesso di raggiungere quelle profondità che mi terrorizzavano ma che mi hanno condotto fuori dalla gabbia dei ruoli.

Cosa rimane di una vita se scegli la strada dei ruoli solo perché è più comoda?

A cosa servono la Luna e le stelle, il Sole, la pioggia, i batticuori, le lacrime, le risate, i sogni, il mare e il cielo infinito?
A cosa serve tutto questo se abbassi i tuoi occhi e ti trascini in una vita che è solo comoda?

Se quel giorno di tanti anni fa io avessi pensato alla comodità ora non esisterei, sarei un’altra, o non ci sarei proprio.

Visto che mi sono presa la responsabilità e l’onore di fare la parolaia, scrivo nella speranza che la mia esperienza possa essere un pochino d’aiuto, anche se ogni storia è diversa, quindi…

sei libera di scegliere la strada comoda è un tuo diritto, oppure puoi seguire il cuore ma devi sapere che per me è stato difficile, devi sapere che ho ringraziato e maledetto i miei sogni, che la donna che sono stata è scomparsa poco a poco, ora sono una donna nuova, e potrebbe succedere anche a te.

C’è la possibilità che tu pianga forte ma riderai ancora più forte, ti arrabbierai e gioirai.

Sulla tua strada, forse, scompariranno persone che credevi ti sarebbero rimaste accanto per sempre e compariranno persone nuove e diversissime.

Preparati a cambiare totalmente idea mille volte, su tutto!
Abbraccia la possibilità di non avere più bisogno delle certezze, niente resisterà, nemmeno la strada, ti volterai indietro e vedrai niente, guarderai avanti e ti alzerai in punta di piedi allungherai il collo ma non vedrai niente di niente.
Niente dietro e niente davanti, né a destra né a sinistra, niente, l’unica certezza che avrai sarà il battito allegro nel petto e lo sfarfallio nello stomaco, le tue lacrime e le tue risate saranno l’unica certezza che avrai.

Aprirai la tua mano e troverai te stessa, nessun’altra mano, solo la tua. Aprirai l’altra mano e forse, come me adesso, troverai una Pietra di Luna e la Runa Berkana.

La mia responsabilità di parolaia e di donna è quella di dirti la verità e che, forse, se lascerai la strada comoda avrai paura ma se vuoi andare lontano è l’unico modo.

Ascolta il tuo cuore, com’è il suo battito? Riesci a sentirlo sopra tutto quel rumore? E nel tuo stomaco chi dimora?
Se ci sono delle bellissime farfalle che creano scompiglio allora sei sulla strada giusta, e sulla strada giusta non esiste nessuna strada.

Stai facendo esperienza del superamento dei limiti.

Non ti riconosci, lo so, è terrificante e meraviglioso!

Ritorna te stessa, ritorna una donna nuova.

Enrica

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