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I Ching. Il Libro dei Mutamenti a cura di R. Wilhelm prefazione C. G. Jung

L’idea fondamentale del Mutamento è la stessa legge operante ed immutabile che dà luogo al corso delle cose e ne è il senso, il fine. Perché colui che ha riconosciuto questa legge, non riconosce più le singole cose che accadono nel quotidiano bensì “l’uno in tutto il molteplice” il quale ha inizio con una decisione ferma, un postulato fondamentale, affinché la legge che tutto permea: il Tao, la forza che scorre attraverso l’universo che è l’Universo stesso, il principio e il divenire, abbia il suo compimento.
La seconda tematica incrollabile di quest’opera antica è che tutto avviene principalmente nella dimensione astratta del pensiero, nel Cielo, e solo successivamente con i tempi consoni alla materia, gli eventi si manifestano sulla Terra.

“Posso assicurare il lettore che davvero non è molto facile trovare il giusto accesso a questo monumento del pensiero cinese, così diverso dai nostri modi di pensare.

C. G. Jung

La complessità di questo libro di divinazione è ben nota, uno studio pratico e teorico di comprensione da autodidatta richiederebbe parecchio tempo e, in più, non avendo avuto la fortuna di studiare il Libro dei Mutamenti dal venerabile saggio Lao Nai-hsüan, come fece il curatore di questa edizione: Richard Wilhelm (sinologo, orientalista, teologo e missionario tedesco. 1873 – 1930), mi devo accontentare di portare la mia esperienza di appassionata lettrice e il conseguente pensiero emerso a riguardo.

“Il Libro dei Mutamenti è dunque composto da immagini. Le immagini sono raffigurazioni.”

R. Wilhelm

Il simbolismo e le immagini che rimanda questo oracolo sono molto lontani dalla concezione della vita e del mondo che ha l’uomo moderno.
Oggi si cercano risposte facili e spicciole, non si ha tempo per niente, nemmeno per una sana meditazione o un accurato raccoglimento. L’I Ching, invece, ha bisogno di silenzio, di fare spazio, in poche parole si dovrebbe aprire questo libro con uno stato mentale libero e ricettivo.

Questo libro antichissimo di divinazione fu ribattezzato da Lao-Tse (antico filosofo e scrittore cinese del VI secolo a.C., presunto autore del Tao Te Ching) come il Libro della Saggezza. Anche Confucio (filosofo cinese 551 a.c. 479 a.c.) conobbe Il Libro dei Mutamenti, infatti la versione da lui spiegata, meditata e approfondita di questo oracolo è quella che nei secoli ha resistito fino ad arrivare ai giorni nostri.

Nella letteratura cinese vengono indicati quattro santi come autori del Libro dei Mutamenti: Fu Hsi, il re Wên, il duca di Chou e Confucio.

 

Non è possibile spiegare in modo esaustivo nella limitatezza di una recensione, o consiglio di lettura, gli 8 Trigrammi e i derivanti 64 Esagrammi in quanto strumenti dell’oracolo, quindi trascrivo un breve tratto del libro, molto significativo secondo me:

“I santi saggi del tempo antico fecero il Libro dei mutamenti in questo modo:
Per aiutare gli dèi luminosi in modo misterioso essi inventarono l’oracolo tratto dagli steli di millefoglie. Assegnarono al cielo il numero tre e alla terra il numero due, e da qui fecero il computo degli altri numeri.
Contemplarono i mutamenti nel chiaro e nell’oscuro, e in accordo con questi stabilirono i segni. Generarono moti nel solido e nel tenero e fecero così nascere le singole linee. Si posero in armonia con Senso (Senso in cinese Tao, è ciò che mette e mantiene in moto le forze dell’universo) e Vita, e istituirono in conformità l’ordinamento di ciò che è giusto. Nel ponderare fino in fondo l’ordinamento del mondo esteriore e nell’esplorare la legge della propria interiorità fino al suo nucleo profondo, essi pervennero a comprendere il destino.

 

Gli 8 Trigrammi

Per avvalorare questa citazione e fare un esempio più chiaro riporto gli 8 Trigrammi, i loro attributi e le loro immagini:

Il primo trigramma con tre linee intere è Ch’ien il Creativo , il Cielo.
Il secondo con sopra due linee spezzate e una intera sotto è Chên l’Eccitante, il Tuono.
Il terzo con una linea spezzata sopra, una intera nel mezzo e una spezzata sotto è K’an l’Abissale, l’Acqua.
Il quarto con la linea intera sopra e le due spezzate sotto è Kên l’Arresto, il Monte.
Il quinto con tre linee spezzate è K’un, il Ricettivo, la Terra.
Il sesto con sopra due linee intere e una sotto spezzata è Sun il Mite, il Vento e il Legno.
Il settimo con una linea intera sopra, una spezzata e una intera sotto è Li l’Aderente, il Fuoco.
L’ottavo trigramma dell’immagine, con una linea spezzata sopra e due intere sotto è Tui il Sereno, il Lago.

I 64 Esagrammi sono composti dagli 8 trigrammi uniti gli uni agli altri: 8 x 8.

Per fare un esempio: la tradizione cinese racconta le antichissime origini mitiche della sua scrittura come una creazione del leggendario Canjie, ministro dell’altrettanto leggendario Imperatore Giallo. Canjie è spesso raffigurato con quattro occhi e si narra che trasse l’ispirazione per creare il complesso e artistico alfabeto cinese dalla natura, dal mondo, dagli animali e dalle stelle cercando di trascriverli in simboli che li rappresentassero.
Ecco, diciamo che i Trigrammi e gli Esagrammi seguono la stessa filosofia, cioè giungono da immagini, da parabole, elementi, luoghi e storie inerenti al mondo naturale.

L’I Ching è come una parte della natura che aspetta di essere scoperta.

C. G. Jung

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Il Libro dei Mutamenti è un vero e proprio testo creativo, complesso è vero, ma d’ispirazione. Se si spazia oltre la funzione di oracolo, si possono trovare spunti creativi e artistici in ogni Esagramma, usando così questo antichissimo libro per ripristinare la relazione umano-divino che trova nella creatività un eccellente canale comunicativo.

Lo scopo originario dei segni del Libro dei Mutamenti era quello di interrogare il destino. Ma poiché le entità divine non danno espressione al loro sapere in forma diretta, era necessario trovare un mezzo con il quale esse potessero rendersi comprensibili agli uomini. Tre tipi di intermediari servirono fin dai tempi antichi al manifestarsi dell’intelligenza sovrumana: uomini, animali, piante…

 

All’interno del libro è ben spiegato come usare questo oracolo con le tre monete e con gli steli di millefoglie. Tuttavia la sua natura lo rende un libro divinatorio esso stesso e, semplicemente, a volte lo apro a caso e lo leggo lasciandomi guidare dalle immagini che le antiche parabole sanno ricreare.

È come avere un vecchio saggio a propria disposizione in ogni momento, di quelli che parlano per metafore e antichi aneddoti e ti lasciano lì ancora più confuso di prima ma accendono l’opera creativa che sonnecchia nel profondo.
Nella mia personale esperienza si è rivelato un ottimo ispiratore per le mie storie, ma è soprattutto un eccellente consigliere e un valido aiuto nella ricerca interiore profonda e meditativa.

Enrica

Questo articolo ha 2 commenti

  1. eliana

    La grandezza, oltre lo spazio e il tempo, del Libro dei Mutamenti è quella di offrirti sempre una possibilità di evolverti, consente a chi ne assorbe le parole che possono sembrare alle volte oscure di scegliere liberamente e di essere artefice del proprio destino. Ma per poter penetrare e disvelare le tracce che ci indica bisogna esser “nobile di spirito“ e “semplice nel cuore” perché la sua saggezza per illuminarti ha bisogno che non ci siano infrastrutture, per penetrare nei tessuti più profondi del proprio essere e portare in superficie quelle conoscenze, quelle risposte che solo tu alfine puoi comprendere e accettare o negare in piena libertà. Lara, il vicepresidente dell’associazione, che le fa con grande passione e amore ne fa sempre una lettura quando abbiamo in mente un progetto legato alla conoscenza e che si dona agli altri. Non ci hanno mai tradito o meglio dire siamo state capaci di comprenderle per non tradire il nostro cammino. Un abbraccio

    1. Enrica

      Eliana cara, porti poesia e profondità in ogni commento. Grazie! Verissimo quando scrivi che per svelare le tracce che il Libro dei Mutamenti ci indica bisogna essere nobili di spirito e puri di cuore. Ti abbraccio, a presto.

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