Sono sempre stata in conflitto con la mia storia personale e con la scrittura, pur scrivendo praticamente da sempre, perché non mi ritenevo all’altezza, visto che non avevo particolari studi accademici che attestassero la mia capacità.
Se mi segui da un po’ me lo hai già sentito raccontare, premetto anche che per me non è facile ma so che è una storia utile.
Non fraintendermi non è la classica storia che ci propinano un po’ tutti: “poverina/o me, la mia storia era triste e tragica ma io ce l’ho fatta, partecipa al mio corso che ti cambio la vita in 4 serate”, nessuno cambia la vita di qualcun altro, non esistono formule magiche, ma vorrei tanto farti conoscere ciò che io ho scoperto.
La narrazione prestata non è facile da individuare, serve una costante presenza, serve scrivere tutto senza censurarci per vedere chiaramente a quale narrazione stiamo dando energia.
Osservare la narrazione in modo onesto e sincero è il primo grande passo, ma grazie a questo non diventerai miracolosamente ricca/o, né incontrerai il principe azzurro o la principessa perfettina, non credo che farai il lavoro dei tuoi sogni e non avrai successo in qualche campo.
Eppure, pensa un po’, potresti stare bene lo stesso, se non addirittura essere felice!
Ah, però!
Un vecchio adagio Zen dice: “quando sarai felice avrai quello che desideri”. Ma c’è la fregatura in questo detto, lo Zen è una disciplina esilarante, te la consiglio, ti farai un sacco di risate; eh già, perché nel momento in cui senti lo stato di gioia e benessere partire da dentro, sarà talmente appagante che dei desideri non te ne fregherà un emerito pippo.
Questo significa che non avrò progetti?
Eh, no! Tuttavia, non sentirai quell’urgenza o brama di dimostrare qualcosa o di raggiungere qualcos’altro.
Fai quello che c’è da fare e lo fai con amore, perché sei amore. Non provi amore, lo sei…
E, aspetta, non vuol dire che non starai più male, eccome se starai male, ma sarà uno stato intestino del tuo Essere, una sorta di digestione un po’ più difficoltosa come quando mangi pesante. Ci vuole un po’, si forma l’aria, si molla qualche tromba, ma poi tutto segue il suo naturale corso.
Solo col tempo, e tanto lavoro introspettivo, ho scoperto che lo scrivere era solo il mio mezzo d’espressione. Di quale attestato o laurea avevo bisogno per esprimermi?
Tutte le difficoltà erano solo scuse per non prendermi la responsabilità di esprimere me stessa. Essere se stessi è un atto di grande coraggio.
Non sono una scrittrice, scrivo. Non sono una narratrice, eppure le storie mi raggiungono e, quando lo fanno, scrivo.
Nessun dramma, nessun io, io, io, io.
Lo so di avere qualcosa che, un po’, mi differenzia in questo settore: la consapevolezza che la scrittura è come il microfono per il cantante, grazie al quale può amplificare la voce ma il microfono non canta da solo, non ha voce.
Ciò che fa la differenza è sempre la voce.
La mia voce è il mio percorso… anzi, processo trasformativo, ciò che sono.
Quando parlo di questi grandi cambiamenti mi riferisco a una nuova visione di me stessa.
Sono stata una ragazza, e poi una donna, totalmente bloccata in ogni settore da una narrazione presa in prestito dall’ambiente esterno in cui ero cresciuta. Era assai comodo, essere ciò che gli altri si aspettavano era una vigliaccata colossale, punto e basta, usiamo le parole giuste.
Diciamoci la verità, ciò che accade fuori è comunque un riverbero di ciò che accade dentro, se sei un “pisciasotto” devi prima accogliere questa realtà, occorre osservare questo “fuori” che accade.
Te lo dice la regina delle “pisciasotto”.
E la scrittura è stata la mia lente d’ingrandimento, l’azione salvifica che mi ha permesso di aprire gli occhi e osservare questa narrazione da una visuale super partes.
Cosa mi apparteneva davvero?
Cosa invece era un riflesso creato dalle narrazioni prestate?
In questo processo di osservazione accadeva la meditazione.
L’ho scoperto col tempo.
La meditazione è lo stato naturale, come ci ha insegnato Osho, e le varie tecniche servono per ritornare da noi stessi, ricordarci che siamo meditazione.
La scrittura è diventata la tecnica perfetta, l’espediente che mi portava a ritornare alla meditazione.
Portare fuori, nero su bianco, la narrazione del mondo che credevo fosse mio, mi ha permesso di osservarlo.
La cosa meravigliosa è stata vedere tutte le trappole che posizionavo lungo il mio cammino: condizionamenti esteriori che non avevano niente a che fare con me.
Quindi, quando ti parlo di scrittura mi riferisco a un espediente utile per tornare alle origini e ripulirti di tutto quello che ti è stato detto, raccontato, inculcato da una narrazione prestata che non ti appartiene.
Non sono un’insegnante di scrittura, sono qui per farti conoscere un mezzo che ti permette di osservare in modo nitido e reale la narrazione che metti in scena vivendo; osservando questa narrazione puoi accorgerti se è prestata da qualcun altro: da un’ideologia, da una istituzione, da condizionamenti, da credenze che non fanno parte di chi sei davvero.
Ti parlo di un lavoro cominciato più di vent’anni fa, e il tempo mi ha permesso di mettere a punto delle tecniche, degli esercizi e dei metodi perfetti per fare della scrittura un’alleata della realtà.
È un lavoro che non finisce mai, so che lo sai, non è una chiave che apre tutte le porte ma è un’osservazione amorevole di tutto quello che non ti appartiene, osservando in modo calmo, quieto e amorevole tutto quello che non sei potrebbe scapparti una bella risata.
Come già detto, questo processo, non ti porterà successo e ricchezza (se accadrà buon per te) perché ci saranno decisioni molto importanti da prendere, atti di coraggio continui e non sarà facile mai, ma diventerà un fluire calmo e consapevole (e questa è la vera abbondanza).
Non c’è niente da cambiare, accettare, tagliare, lasciar andare, fronteggiare. Sono verbi che nella nostra ricerca interiore dovrebbero essere aboliti.
Tutto quello che ti offro è frutto della meditazione, di una amorevole accoglienza che mi sta aiutando a tornare alla mia origine.
A volte si sente la gioia, altre volte il dolore.
Ricorda:
la meditazione è l’origine, la meditazione è lo stato naturale dell’essere umano, ce lo siamo solo dimenticato.
I vari strumenti ci aiutano a ricordare, la scrittura che ti propongo ti riporta alla meditazione, ti riporta da te.
Cominciamo martedì 24 con un super laboratorio, una narrazione coadiuvata da uno strumento sviscera budella molto effice: i TAROCCHI.
Clicca per le informazioni:
IL LABORATORIO SEGRETO DEI TAROCCHI
Con amore
Enrica