In questo momento, in questo preciso istante, io mi sento la persona più felice del mondo.
La minestra di verdure bolle sul fuoco e manda un aroma delizioso di spezie orientali, la finestra è aperta e la treccia di cipolle pende dalla maniglia. Fuori c’è il sole e i panni stesi ad asciugare hanno davvero un buon profumo. I cani dormono sul loro tappetino morbido e russano lievemente, mentre osservo mi sento la persona più felice del mondo, o perlomeno del mio mondo.
Mi sto beando nella semplicità che ha in sé una meraviglia inestimabile. Ogni giorno è una scoperta, forse perché faccio il lavoro più bello del mondo: aiutare le donne a tirare fuori i loro talenti… non trovi che sia pura poesia?
La persona con cui ho parlato stamattina ne era ricolma, e i miei occhi brillavano mentre la guardavo e la ascoltavo, ho sentito una pienezza e un’abbondanza che quasi temevo di scoppiare.
Poi è tornata mia figlia da scuola, la sua luce, mista all’esuberanza dell’adolescenza, ha portato scompiglio al mio meditativo osservare, svegliando i cani e lanciando palline a destra e sinistra per farli giocare. E rideva mentre fingevo di arrabbiarmi, perché sa che non mi arrabbio mai.
È un giorno perfetto, un momento perfetto, e mentre lo racconto è già passato, è già trascorso ma mi ha lasciato la consapevolezza che la bellezza viene dalle piccole cose. Felicità è saper dare la giusta importanza agli attimi, è saper osservare e saper vedere. E così, da buona osservatrice, mi incanto a guardare la treccia di cipolle che pende dalla maniglia della finestra aperta su una giornata di sole, sulla totalità di quell’esistenza che voglio assaporare pienamente.