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Le storie del fiume. Fluire nella trasformazione

Cos’è il luogo e la realtà?

Quanto è determinante una montagna, una pianura o un fiume?

E se si potesse assorbire fin dalla nascita il respiro dell’acqua?

La ragazza del fiume aveva compreso che l’acqua aveva un respiro, una voce e un carattere. E il fiume raccontava storie attraverso il suo respiro.

Non è qualcosa che lei poteva spiegare: era una sensazione, e come tutte le sensazioni possono essere percepite e vissute ma difficilmente esternate.

Era una ragazza forse troppo sensibile e percettiva, il fiume se ne era accorto ed era diventata il suo corpo e la sua voce, non c’era separazione e, come l’acqua, anche la fanciulla era priva di forma.

La sua identità si perdeva tra i gorghi, e gli abitanti delle sue profondità, tra i salici che accarezzavano le acque e tutte le creature che vivevano il fiume. Sentiva le piene e le secche, le isole formate dai detriti che dividevano il suo corso, sentiva la neve sciolta riempirlo con forza alla fine dell’inverno con una brama senza senso, per arrivare non si sa dove. E dopo l’amplesso rimaneva la carezza della mattina presto, e il tranquillo galleggiare delle barche dei pescatori, i quali calavano le loro reti con la speranza di portare a galla quella parte sfuggente del loro essere.

Per molti anni la ragazza del fiume era rimasta così, ferma e immutevole mentre tutto partiva. Non rimaneva mai niente. E lei, sempre alla ricerca di quel qualcosa che scivolava dalle mani come le anguille ai pescatori.

Ieri era un amico, oggi è una certezza, domani sarebbe stato un compromesso. Veniva lasciata ogni giorno da qualcuno o da qualcosa. E lei ferma e tenace, come il Salice sulle rive del fiume, veniva trasformata da dentro.

L’acqua respira, sussurra, avvolge e racconta. Spinge ad esser fluida. L’acqua ti trasforma.

E, un bel giorno, la ragazza del fiume lasciò quelle rive.

Finalmente si accorse che il fiume ce l’aveva dentro, che il respiro dell’acqua era il suo respiro e le storie nascevano dallo stesso fondale.

Non c’era separazione e distanza, l’acqua era l’elemento della sua essenza. La ragazza divenne acqua, memoria, emozione, creatrice, madre di se stessa.

Il fiume ora lo sente anche in lontananza, le basta chiudere gli occhi e ascoltare il suo respiro, il respiro dell’acqua.

Prem Lagan

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