Ode alla cellulite, alle rotondità.
Ode alle rughe, ai fili argentati tra i capelli, alle smagliature.
Alla pelle che si assottiglia e diventa più ricettiva ed erotica.
Elogio del corpo maturo come un frutto dolce, succoso e godurioso.
Mi sono stancata di tutti quei paradigmi sul corpo delle donne e, stamattina, uscendo dalla doccia mi sono fermata a guardare le mie forme morbide, è una cosa che di solito non faccio, cerco sempre di distogliere lo sguardo e di guardare altre parti del mio corpo, ma non oggi. E da buona narratrice ho ascoltato la loro storia ed è emersa solo bellezza.
La bellezza del tempo senza tempo dedicato alla lettura e alla scrittura,
la bellezza dell’attesa mentre dentro di me avvenivano miracoli,
le rotondità morbide così piacevoli da abbracciare.
Pienezza, abbondanza, amore senza sconti.
Corpo di donna.
Corpo lento, riflessivo.
Corpo da leggere come un libro, tra lentiggini, nei, cicatrici, che raccontano storie diverse.
Le mie storie… me.
Corpo che parla delle mie antenate,
delle tante donne che hanno pensato a come sarei dovuta essere.
È per loro che scrivo, è per loro che racconto storie.
In me c’è il corpo robusto delle mie nonne, abituato alla fatica e al duro lavoro nei campi. C’è l’equilibrio dei miei antenati marinai, la memoria della guerra al confine tra le montagne. Cammini, amori, incontri, terra, pioggia, vento e fulmini sono dentro di me.
Il corpo racconta storie affascinanti, avventure, attese, cambi di direzione, risate, lacrime e tempeste. La bellezza sta in questo, in un corpo cesellato da ogni memoria di gioia e dolore. Ammaccato ma morbido come una coperta, senza attriti, corazze e protezioni.
Siate gentili con il vostro corpo, ne ha passate tante.
Leggete la sua storia, è un’avventura ai limiti dell’impossibile!
Enrica