Esistono strade buone, dove la terra battuta accoglie i passi e il peso del corpo, attutendo il rumore che scandisce la lontananza, come il ticchettio di un orologio segna il tempo.
E ci sono strade sterrate, impervie e in salita che non consentono nemmeno di ascoltare i pensieri.
Lungo questi cammini si trovano boschi fatati e foreste oscure, distese di prati in fiore, ripidi sentieri in cima a scogliere altissime e orizzonti sconfinati su mari in tempesta.
È proprio lì che mi trovo, nel punto più alto di questo luogo battuto dal vento tra il possibile e l’impossibile. Faccio i conti dei danni, delle vesciche nei piedi, delle spalle doloranti a causa di tutte le cianfrusaglie che mi sono trascinata dietro.
Qui, in questo luogo magico mi libero, sono nuda, esposta, cosa rimane di me?
Chi sono ora che posso lasciare andare il peso delle certezze e le scarpe strette dei ruoli?
Ho freddo, forse ho paura ma il mio cuore trabocca di meraviglia…
Enrica