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Corpo di donna

Non è possibile narrare storie di donne senza parlare del corpo della donna.

Il corpo è una storia, e ci racconta perfettamente. Parla delle nostre abitudini, di come siamo, di quanto ci nascondiamo, e soprattutto se ci siamo arrese o no.

Non so se sia il caso di tirare in ballo la psicosomatica, preferisco portare la mia esperienza e i miei studi a riguardo.

Esistono diverse conformazioni fisiche, e sono la mappa dei nostri avi; se avete i fianchi larghi come la nonna, o gli occhi del nonno, fate una piccola ricerca. Troverete similitudini caratteriali, oltre che fisiche, ve lo assicuro!

Ci sono corpi di donna modellati dal duro lavoro sportivo, assiduo bisogno di portare esteriormente un grande lavoro interiore di rafforzamento. Molto raramente è un voler apparire, se fosse così si lascerebbe l’allenamento dopo un paio di flessioni. Invece si corre per superare i limiti, si alzano pesi per avere la forza di rimanere in piedi anche durante i colpi della vita.

Ci sono corpi rotondi, modellati dall’attesa di un sorriso, un pianto, di una prima parola: mamma.

Corpi morbidi plasmati da lunghe ore di studio, di lettura e preparazione intellettuale e spirituale, per sapere cosa c’è dentro la complessa meraviglia dell’essere una donna che non si accontenta, e non si conforma a una società che mai la rappresenterà.

Corpi mai fermi, dimenticati, abusati; sono i corpi più complessi, a volte esili, altre abbondanti, comunque sofferenti, si fanno sentire in tutti i modi, ma nessuno li ascolta.

Parliamo al nostro corpo, mettiamoci nude davanti allo specchio, chiediamogli scusa per tutte le volte che lo abbiamo trascurato. Per tutte le volte che lo abbiamo trattato come un mezzo di trasporto, o come un bidone della spazzatura.

Guardiamo come siamo belle,
ringraziamo ogni organo,
e leggiamo la nostra pelle.

Siamo tutto quello di cui abbiamo bisogno,
siamo l’accadere di un sogno.

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