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Ti riconosco

Riconosco il tuo dolore, riconosco ciò che sei perché sei così diversa e così somigliante. Mi hai vista quando nemmeno io riuscivo a vedermi, hai onorato il mio dolore senza giudicarlo o sminuirlo, senza le solite frasi “ama te stessa”, “lascia andare”, “vai oltre”, frasi che mi sento dire ogni volta. Le solite frasi che io dico a me stessa sminuendo il mio dolore; ma tu no, tu mi hai detto di viverlo come un lutto, di piangere questa morte con tutte le lacrime che vorranno uscire.

E io ho pianto senza sentirmi stupida, finalmente.

Ho pianto mentre tornavo a casa ed è così che mi sono amata, onorando il mio dolore, perché è mio, fa parte di me. E l’ho guardato in faccia senza volerlo bloccare con quelle frasi fatte che non sanno di niente. Se mi devo amare mi voglio amare tutta, ogni mia parte, ogni anfratto, ogni pezzo considerato stupido o brutto.

Sento che è successo qualcosa, da dentro sta salendo una energia che assomiglia alla rabbia ma che non è proprio rabbia. Potrei descrivertela come un bambino che batte i piedi perché vuole essere visto e ascoltato e pretende che gli sia riconosciuto il diritto di esserci totalmente, senza per questo piacere o essere bravo, ma semplicemente perché ognuno di noi ha il sacrosanto diritto di esistere, il sacrosanto diritto di non piacere e di fare quello che sente buono per sé stesso.

Ecco, batto i piedi, mi devono sentire fino in Cina, io ci sono, esisto e, se a qualcuno darò fastidio per questo, farò un sorriso, alzerò le spalle e me ne sbatterò allegramente le ovaie due secondi dopo.

Intanto tu vivi perché devi, e cerchi di farlo bene. Sei stata amata al di sopra di ogni cosa, e come dici tu: “l’amore mi ha scelta e mi ha voluta”. Sì, è stato proprio un dono, e tu lo sai bene… sei stata scelta e voluta dall’amore.

Per tutto il resto te ne freghi il giusto, sai chiedere scusa se necessario ma poi sei già oltre, perché alla fine non è importante ciò che gli altri pensano di te, tu fai un sorriso e forse anche una risata, perché solo le persone che hanno pianto in modo totale sanno ridere davvero.

 

Siamo i pagliacci di un grande teatro, facciamo ridere quando piangiamo o quando cadiamo a gambe all’aria. Il trucco ci disegna una buffa espressione sulla faccia, quella che gli altri si aspettano, e raccontiamo la nostra storia in chiave comica perché in fondo non c’è niente di serio o di vero.

Intanto guardiamo il mondo da sopra il nostro palcoscenico, con una lacrima disegnata sulla guancia e un sorriso dipinto sulle labbra, consapevoli che è solo una delle tante commedie.

Storie che vanno e vengono, persone che forse rivedremo, imparando a battere i piedi sempre meno, perché ad un certo punto sarà una risata a farci notare dall’esistenza.

Ridi bellissima donna, ridi di me, di te, della vita e della sua comica assurdità,
siamo qui di passaggio,
godiamoci lo spettacolo e applaudiamo il pagliaccio.

 

Lagan Enrica Zerbin

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