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Ragione e intuizione. Conosci te stessa osservando le Rune

Simboli e sensazioni

Ti racconto un po’ le Rune e quello che rappresentano per me. Sono stata dolcemente “rimproverata” da alcune lettrici perché non ne parlo abbastanza.

Parto dal principio, perché voglio approfondire bene com’è nato tutto.

Premesse varie.

La strana e bizzarra diatriba sulla natalità geografica delle Rune mi lascia sempre perplessa. Non faccio il tifo per i celti, né per i vichinghi, né per nessun altro. Anche perché, incisioni molto simili all’alfabeto runico sono state trovate un po’ in tutto il mondo.

Non ho mai invocato il dio Odino né nessun altro dio (anche se abito in Veneto e da queste parti i vari dèi vengono “invocati” spesso), semmai ho studiato il mito che riguarda alcuni dèi norreni, così come ho fatto con i miti greci. Essendo appassionata di mitologia è stato un passo felicemente doveroso, ma niente di più.

Ciò che mi affascina è quello che sento, e ciò che sono riuscita a vedere di me appena ho cominciato ad osservare le Rune.

Premetto anche che non ho mai partecipato a festival a tema vichingo, celtico, germanico e simili; molto divertenti a detta di chi vi ha partecipato ma, di nuovo, è un folclore che non riscuote il mio interesse.

Questo per rispondere alle domande che mi vengono fatte in privato.

Perché le Rune, quindi?

Non lo so.

Tu riesci a spiegare l’amore?

Io non ci riesco mai.

Perciò ho seguito ciò che sentivo, questa curiosità appassionata e famelica, per poi scoprire che agivano in me fattori degni di interesse.

Per esempio, durante la stesura de “Il Fuoco di Berkana” (dopo 10 anni di studi e ricerche in merito) ho lasciato che fossero le Rune a mostrarmi ciò che andava scritto. Come?

Con gli eventi.

Non dimenticherò mai la meraviglia di estrarre Laguz (la Runa legata all’elemento acqua) all’alba di una giornata nuvolosa e osservare la pioggia che subito dopo iniziava a scendere, e che proseguì per tutti i 3 giorni di studio della Runa.

Fu una pioggia leggera, salubre e nutriente per la terra. Ma soprattutto ricordo le mie lacrime, come se tutte le lacrime che avevo trattenuto fossero uscite in quei 3 giorni. Il galeone fantasma menzionato nel mio libro fu un’immagine nitida che vidi cercando di trasformare in parole il mio sentire.

Oppure quando vidi frantumarsi un sogno dopo aver estratto Wynja (la Runa del desiderio realizzato), ricordo bene quanto fossi delusa e arrabbiata, e poi ho capito. Wynja è la gioia del desiderio di Anima, ma se i nostri desideri non arrivano dall’anima significa che non ci riguardano, sono desideri di seconda mano e fanno parte di un’identità fasulla, perciò, aver portato attenzione e consapevolezza su questo, anche se non del tutto consciamente, ha fatto chiarezza sulla vera natura del mio desiderio.

Questo per farti qualche esempio.

Si può spiegare tutto questo in modo logico-razionale?

Ragione e intuizione

Forse…

Le Rune sono simboli, e il simbolo è un “disegno” primigenio con tratti grafici non razionalizzabili, ma che risultano chiari a una parte profonda di noi. Come se avessimo qualcosa che li decodifica a livello intuitivo profondo.

Da questo riconoscimento si innescano una serie di sensazioni e immagini che portano ad osservare ciò che ci circonda con una diversa chiave di lettura. Grazie alle sensazioni e alle immagini nasce il linguaggio, lo step ulteriore che ci permette di fare chiarezza e mettere d’accordo ragione e intuizione.

Sembra una spiegazione un po’ “scientifica”? Forse lo è, ma grazie a mia figlia mi sto aprendo a nuove interpretazioni.

Cioè, Silvia dice che a volte i miei discorsi non seguono un ragionamento logico, anche se veri sulla base delle esperienze; tuttavia, continua lei, invece di attaccare la scienza per ostinazione, è bene imparare a discernere. E mi ha invitato a osservare gli studi del fisico premio Nobel, Bohr, nel campo della Fisica quantistica (una delle passioni della mia vecchia ragazza di 16 anni).
Questo  Bohr, a quanto pare, è riuscito a spiegare concetti che di solito sono inspiegabili e legati al mondo spirituale (non inteso come religioni).

Sempre secondo mia figlia, alla base c’è un servizio che fonde scienza e spiritualità. In questo modo la mente collettiva integra una nuova visione ampliata della realtà, che è di fatto molto più mutevole e ologrammatica rispetto a una visione della realtà solo oggettiva e pedantesca, spesso ingiustamente associata alla scienza.

Quindi, riuscire a spiegare come arriviamo a interpretare un simbolo ci permette di integrare questa informazione e a renderla reale nella coscienza, permettendoci una maggiore visione periferica, un ampliamento del conosciuto e della consapevolezza.

Poi per tutto il resto… boh!

C’è qualcosa che accade e a volte è inspiegabile, ad esempio perché un simbolo mi passa inosservato e un altro simbolo mi sconfinfera le budella?

E chi lo sa?

Farà parte del personale processo esistenziale?

Le Rune sono simboli che toccano una corda sensibile dentro di me, le sento come sento i Tarocchi, per esempio, ed è stato facile sentirle e interpretarle.

Piccolo ma intenso esercizio

Estrai una Runa e osservala, portala con te, disegnala sulla pelle e cerca di sentirla, sii consapevole che c’è qualcosa in te che si attiva con questa osservazione, e lascia che la tua visione diventi nitida lasciando arrivare le immagini portate dalle sensazioni. Appena accade questo processo non lasciarlo scappare e scrivi tutto, racconta questa storia, racconta chi sei davvero.

Conosci te stessa osservando le Rune.

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Per altre curiosità:

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