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Scrivendoti. Runa Odal

Ti scrivo una lettera, perché so che la leggerai.
Ti piaceva scrivere lettere e ti piaceva riceverle.

Sceglievi con cura la carta, doveva essere spessa, ruvida e di un azzurro tenue come il cielo nuvoloso di fine estate.
E la penna doveva essere a punta fine con l’inchiostro blu come il crepuscolo, perché le lettere si scrivono quando qualcosa sta per finire, che sia una stagione o il giorno.

Cosa si può raccontare quando gli eventi debbono ancora accadere?

Ti voglio scrivere di quando ci siamo sedute sulla terra dura di luglio, a mangiare pane e pomodori ancora caldi di sole. E io ti guardavo rapita mentre mi insegnavi che le cose buone sono quelle semplici.

Eri diversa da qualsiasi persona avessi mai incontrato.
Silenziosa e lontana, mentre gli altri guardavano in basso, tu guardavi in alto.

Penso sia stato il cielo a colorare i tuoi occhi, dev’essere stato così perché lo guardavi come si guarda un amante e il cielo si è innamorato di te.

Volevo dirti che sto per andare via, ho salutato il mare e l’ho ringraziato, ho consegnato il mio amore al fiume e agli Spiriti del luogo. Ho riportato il Fuoco e l’Acqua alla Terra mentre soffiava il Vento, e ho lasciato quella bimba sola e triste a giocare con le fate del bosco. Sono libera, ora posso andare.

Se mi vedessi adesso forse non mi riconosceresti, o forse sì. Non è che sono cambiata, però ho smesso di guardare in basso. Ora guardo in alto, come te.
Mi sono innamorata del Cielo e attendo che il Cielo s’innamori di me.

Se mi vedessi adesso mi chiederesti perché dovrei aspettare ciò che è già arrivato. Sicuramente mi guarderesti storto e metteresti su un po’ di musica dicendo che la vita è già abbastanza complicata.

Poi cominceresti a ballare ricordandomi che Dio ci ha dato il ballo per raggiungere il cielo anche senza volare, e poi canteresti scegliendo con cura parole d’amore dicendomi che il canto lo ascoltano gli Spiriti che guidano i nostri passi.

Messaggio della Runa Odal

Riconnessione ai talenti connaturati e portati in essere dal gioco infantile in tenera età, da interessi tenuti nascosti o coltivati in solitudine durante la fanciullezza e la pre-adolescenza. Ricordi che aiutano la ricerca interiore.
Bisogno atavico di trovare la propria casa animica. Che può essere un luogo vero e proprio, un’attività lavorativa-artistica, o l’incontro con uno o più individui affini tramite associazione, amicizia, o amore.

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