Quando l’amore accade e diventa il padrone dei nostri giorni, tutto prende un’altra forma.
Il mondo stesso cambia, scompaiono strade e si aprono sentieri dove prima c’erano muri e impervie montagne a bloccare il passaggio.
Il semplice ronzio di un insetto o il cinguettare di un uccellino diventano armonia e musica soave.
Quell’albero fuori dalla porta visto centinaia di volte diventa una creatura meravigliosa alla quale ci inchiniamo ad ogni passaggio, prestandole un’attenzione e una riverenza che mai avevamo avuto prima d’ora.
L’aria si fa leggera, il cielo non è più solo il cielo, ma una meravigliosa pagina da leggere e da osservare incantate.
Tutto quello che ci circonda cambia la sua essenza, diventa pura meraviglia e, per quanto cerchiamo di rimanere ancorati a una realtà il più possibile razionale, veniamo portati sempre da qualche altra parte, dove il razionale non è di casa, dove tutte le ragioni della mente cadono come foglie d’autunno davanti alla meraviglia di questa adorabile follia.
Tiriamo le redini del nostro cavallo e cerchiamo di ricordarci quanto farà male, ma non è possibile retrocedere; l’amore chiama, il suo canto è ammaliante come le sirene di Ulisse e, pur sapendo che affogheremo in abissi sconfinati, ci lasciamo incantare.
Quanto è stato scritto sull’amore, i poeti lo fanno dall’inizio dei tempi come se nessun altro argomento meritasse l’inchiostro della loro penna, solo l’amore è riuscito ad attraversare ere e battaglie. Anche se ci lascerà per l’ennesima volta sanguinanti sulla collina, non smetteremo mai di donarci a lui: l’amore.
Basterebbe solo un bacio, basterebbe guardarti negli occhi e vederti, sapere che non è una follia poi così grande, basterebbe sapere che la follia è condivisa, che non sono da sola nei vortici senza riposo delle notti insonni.
Eppure, comunque vada, l’amore ci rimette in moto, ricominciamo ad amarci, ricominciamo a ricordarci di noi stesse, ricominciamo a guardarci allo specchio e anche a sentirci inadeguate all’incontro, ma proprio questa sensazione di inadeguatezza ci fa ritornare la voglia di ricordarci che quella persona nel riflesso è l’unica persona con cui vivremo per tutta la vita, e forse è il caso di prendersene cura.
Non importa se l’amore avrà la sua soddisfazione oppure no, qualcos’altro accade dentro di noi, ricominciamo ad ascoltare il tamburo atavico del nostro cuore, ricominciamo a sentirci vive come non ci sentivamo da troppo tempo, e di nuovo non importa come andrà a finire, importa che quella persona nello specchio ci chiede di ricominciare ad amarla.
Ecco che ricomincia la voglia di portare a termine quel progetto, e forse ci viene anche voglia di andare a comprarci un vestito perché non si sa mai. E, magari, anche di sistemarci i capelli e colorare le labbra di rosso per farle diventare un faro nella notte, grazie al quale lui potrà tornare a casa: le nostre braccia.
Ma, di nuovo ci tengo a dirlo, non importa come andrà, non importa se verremo ricambiate e se ci sarà una relazione con qualcuno, perché abbiamo ricominciato a vederci, a prenderci cura del nostro corpo, a mettere mano a progetti dimenticati, abbiamo ricominciato a vivere e non vogliamo più smettere.
E quello che sarà, sarà.
Tutto questo è Gebo.
-Lagan Enrica Zerbin