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La valigia vicino alla porta

È buona idea avere sempre pronta una valigetta davanti alla porta. Non si sa mai. -Clarissa Pinkola Estès-

Ogni tanto le donne hanno bisogno di tornare a casa, la loro vera casa. C’è sempre qualcosa e qualcuno che reclama la loro attenzione o che ha bisogno delle loro cure, ma quando è tempo, è tempo! Non si può aspettare troppo.

La donna torna a casa quando riprende il dialogo con sé stessa, con la dea Necessità o Ananke.

Ananke è una dea alquanto risoluta e può sembrare anche severa, ma la sua chiamata arriva a riportare la donna nella dimora del cuore; dove non è madre, né figlia, né moglie o compagna, dove è semplicemente sé stessa e dove non si deve prendere cura di niente se non delle sue caviglie gonfie a causa dell’attesa, delle spalle doloranti per aver tenuto e trattenuto mondi interi che non le appartenevano.

E gli occhi… quanto bruciano dopo aver fermato le lacrime e attraversato tempeste senza mai abbassare lo sguardo, per controllare che tutti i componenti del clan fossero al sicuro. Adesso basta!

Adesso la dea Necessità fa tremare le ginocchia, fa lacrimare gli occhi e ci si appoggia alla soglia sfinite. Proprio nel luogo in cui la valigia attende da innumerevoli ere, vite, stagioni, travagli e parti, paure e tradimenti.

Ora non si può più dire: «Parto domani!… Finisco qui e poi vado…»

Non è più possibile, perché il prossimo treno potrebbe passare quando la donna è troppo stanca o ha perso completamente la strada che la porta a casa.

Soffiamo via la polvere da quella valigetta che contiene l’essenziale: noi stesse!

Indossiamo un bel vestito, sciogliamo i capelli, salutiamo i brontolii di chi non vuole farci partire con un «arrivederci!» o con un più efficace «arrangiatevi, addio!» e torniamo a casa.

Tanti sono i veicoli attraverso o con i quali le donne raggiungono casa: musica, arte, bosco, spuma dell’oceano, levarsi del sole, solitudine. Ci portano a casa in un mondo interiore nutritivo che ha idee, ordine, mezzi di sostentamento tutti suoi.  -Clarissa Pinkola Estès: Donne che Corrono coi Lupi-

Quel luogo che è solo nostro, che nessuno conosce, un bosco psichico, un mare immaginale, una radura sperduta dentro il nostro cuore.

Torniamo a casa, la valigia è pronta!

Buon ritorno.

Enrica

Questo articolo ha 4 commenti

  1. eliana

    Mi viene in mente quanto nel mio passato abbia rinunciato a me stessa, quanto i ricatti (in particolar modo di mia sorella) siano stati capaci di farmi sentire in colpa se non ero sempre disponibile. Chiedermi se ero egoista a prendermi del tempo per me, a non ubbidire come un soldatino quando mi si chiedeva di esserci o di fare, persino rubando tempo al mio amato compagno che non si lamentava. Ma poi un giorno, avevo 43 anni, l’accumolo di una rabbia verso me stessa perché non mi rispettavo, perché tutte le conoscenze e esperienze acquisite le schiacciavo sotto la paura di dispiacere gli altri, sono esplosa in una sofferenza interiore così forte che solo la compresiva amorevolezza di mio marito e le parole severe ma giuste di una persona “speciale” un geshe tibetano mi hanno fatto vedere quanto male mi stavo facendo. Eppure il mio cammino era stato arricchito da incontri e esperienze che avrebbero dovuto già trasformare il mio essere. Ma proprio quel dolore mi ha avvicinato a me stressa alle esigenze che avevo trascurato. Da quel momento alcune persone si stupirono non riconoscendomi e sentendomi dire: “non avrei mai pensato che tu fossi così ti credevo buona”. Si certo buona per chi amava sfruttarmi ma cattiva, anzi pessima, con me stessa. Non capita più di deludere perchè sono me stessa prima di tutto, ho attenzione nell’ascoltarmi e nel vivermi sapendo che posso donare agli altri perchè ogni giono “mi dono a me stessa”. Un abbraccio Eliana

    1. Enrica

      Interessante l’età che avevi, credo che dai 40 anni in poi noi donne ci riappropriamo di noi stesse, certo c’è chi riesce a fare questa grande trasformazione molto prima, ma all’incirca è questa l’età. Se cerco di pensare alla donna che ero prima dei 40 anni non riesco nemmeno a riconoscermi, eppure sono passati solo 6, anzi, quasi 7 anni. Non sono così tanti ma è come se mi fossi messa al mondo da sola, ne ho passate di ogni, perché riprendere in mano la propria vita e prendersi cura di se stesse, implica un grande lavoro di smembramento. Certo il cammino è ancora lungo ma l’amore verso se stessi fa procedere con passi più sicuri e determinati… Grazie Eliana, è sempre un grande piacere leggerti, mi hai dato ispirazione per una nuova storia! Ti abbraccio forte

  2. Debora

    Caspita…….son arrivata a questo punto,”riprendere me stessa”…e per farlo voglio lasciare l uomo ke tanto mi ha colpita,ma tanto mi ha schiacciata,non mi son fatta rispettare,gli ho donato il mio potere Femminile,sentendosi dire tutti i giorni parole di disprezzo davanti ai miei figli,2 Meraviglie con lui,e altri due Meraviglie miei!!!dopo 8 anni,sto preparando valigie x andarmene…nel mio profondo c e’ questa speranza d fare il passo,voglia di ritrovarmi senza uomini di cui io mi faccia condizionare…tornare davvero a casa ,dentro me!!!!ci son ancora i soliti sensi di colpa che mi fanno tentennare…..Donne siate con me.UN GRAZIE A TUTTE E AD ENRICA….e ke ogniuna trovi la propria casa

    1. Enrica

      Grazie Debora per la tua testimonianza, e credimi so di cosa parli, forza!, esprimi tutta la tua bellezza e il tuo potere femminile. Ti auguro serenità, risate, e di trovare persone che ti aiutino durante questo cammino verso la tua vera casa… Ti abbraccio forte e grazie!

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