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Il Gufo: la Strega della Notte

Ho la stessa età dell’antica Quercia
Le cui radici si estendono apertamente laggiù nel muschio,
Molte razze sono passate prima di me,
E ancora sono il gufo solitario di Srona

-Domhunul Mac Fhionnlaidh dal poema “Il Cacciatore e il Gufo”-

 

Un antico proverbio del Sussex dice: Quando i gufi urlano di notte, aspettati un bel mattino.
Attendi un’alba luminosa e di certo arriverà.

-Philip e Stephanie Carr-Gomm: L’Oracolo dei Druidi-

Il gufo è uno degli uccelli sacri alla Dea, il suo nome in gaelico significa: strega della notte. Ed è uno dei cinque animali totemici principali e più antichi insieme al merlo, il cervo, l’aquila e il salmone. Così è stato tramandato dai primi poemi che narravano le gesta di re Artù e i suoi cavalieri.

Immagine: Opera di Arthur Rackham

Le origini

Nella tradizione antica delle varie culture, gli animali erano considerati come guide. Questo vale per le tradizioni Sciamaniche ma non solo.

Molto spesso considerati la reincarnazione degli antenati che tornavano sulla Terra per proteggere e guidare i componenti del clan familiare. Oppure si credeva che lo Spirito degli stessi antenati defunti fosse accompagnato nell’Oltretomba da alcuni tipi di uccello come, appunto, il gufo o la civetta, il corvo e la cornacchia.

Tutti animali strettamente legati alla Strega nella tradizione esoterica, all’Altromondo nelle tradizioni Sciamaniche e, interessante sottolineare, alla figura della Dea precisamente la Dea Uccello, nella preistoria.

Gli straordinari studi archeologici fatti da Marija Gimbutas raccolti nell’opera “Il Linguaggio della Dea”, mettono in rilievo manufatti dedicati alla Dea con gli occhi da civetta o gufo, ritrovati in Europa e precisamente Spagna e Irlanda che risalgono al 3200/3000 a. c, circa.

Le origini, quindi, vanno indietro fino alla preistoria.

La Dea Uccello era raffigurata in molti modi, gli occhi da gufo o civetta e le incisioni a zig-zag simboleggiavano il centro e la sorgente della vita, legata quindi al mondo ctonio, alle profondità di esso e alla rinascita. Una raffigurazione della Dea con gli occhi da civetta è rappresentata in un graffito su pietra nella tomba megalitica di Sess Kilgreen, la quale è situata a Tyrone in Irlanda e risale al 3000 a.c., anch’essa con i simboli della sorgente della vita.

Il Gufo come Oracolo

Il gufo è l’emblema del cambiamento essendo legato, nella simbologia, alla vita così come alla morte.

Se nelle magiche sincronicità della vita vediamo un gufo, appollaiato su un albero al crepuscolo, o in qualche forma artistica, c’è da aspettarsi un nuovo inizio.

È anche possibile sentirsi attratti da studi esoterici e magici, come non citare Anacleto, il gufo di Merlino ne “La Spada nella Roccia”, o i gufi di Harry Potter nella saga magica di J. K. Rowling.

E, cosa importante, si potrebbe scoprire come trasformare in opportunità una situazione che sembrava poco vantaggiosa o addirittura nefasta.

Questo è il messaggio del gufo, perché, come dice l’antico proverbio: quando i gufi urlano di notte aspettati un bel mattino e di certo arriverà…

Enrica

 

 

Questo articolo ha 4 commenti

  1. eliana

    Sono sempre stata affascinata dagli uccelli notturni, anche se sentendo i loro richiami nella notte dei brividi me li hanno sempre dati. Ho vissuto in tanti posti e in alcuni ho avuto lafortuna di vivere in ambienti con una natura quasi intatta. E spesso il signor gufo è stato un vicino di casa si fa per dire. In montagna mi sono sempre ritrovata sia gufi che dei barbagianni mentre a Roma (a castelfusano per la precisione) avevamo vicino una pineta e lì c’erano le civette. In particolare ho avuto un incontro speciale con un gufo, in quanto aveva deciso che il mio balcone era una tappa in cui fermarsi alla notte prima di riprendere il volo e inoltrarsi nel bosco. Devo dire che ho provato timore e reverenza di fronte a lui quando una sera nell’uscire sul balcone (c’era una Luna fenomenale) mi sono accorta di non essere sola… mi sono irrigidita vedendolo tranquillo sulla ringhiera del balcone, come ben sai i gufi non muovono gli occhi ma ruotano la testa e lui ad ogni mio muovimento la girava e mi fissava. Non era piccolo ma un esemplare di almneo 40/42 cm. io ad un certo punto (chissà cosa mi è preso) ho iniziato a parlargli e lui lì immobile, poi salutandolo gli ho chiesto se mi aveva compreso (solo io potevo fare questa domanda ad un gufo) e lui ha emesso il suo verso alto che poi ho scoperto che si dice bubolare e lasciandomi tra l’atterrita e l’incantata ha aperto le sue ali (mamma mia che apertura prendeva quasi tutto il mio balconcino) ed è volato via ma girando ancora la testa e sembrava guardarmi. L’ho visto sparire illuminato dalla Luna e mi sono messa a piangere come se una nostalgia arcana mi avesse scavato nel cuore. Ho persino richiamato mio marito che è uscito sul balcone preoccupato!

    1. Enrica

      Ti rispondo qui per entrambi i tuoi messaggi, oggi mi hai trovato in uno stato emotivo un pochino fragile e leggendoti ho pianto un po’, hai sempre storie bellissime da raccontarmi. I quadri, Whitman, il gufo sul balcone, credo che le esperienze dirette siano la miglior scuola di consapevolezza e le tue esperienze sono davvero importanti e con una forte componente spirituale, quasi come se il sacro ti raggiungesse ovunque, o meglio, come se tu sapessi vedere il sacro ovunque. Sembra scontato per alcuni, ma non lo è per niente. Si possono fare studi e percorsi spirituali importanti, ma per riuscire a rendere sacra la propria vita servono doti particolari. Grazie Eliana per i tuoi messaggi, mi piace tantissimo leggerti. Ti abbraccio…

  2. eliana

    Carissima, io ho avuto un gran maestro… mio nonno Enrico che aveva deciso che tra 6 nipote ero io quella che avrebbe iniziato. Dall’età di 5 anni fino al mio 15 compleanno nonno Enrico mi ha trasmesso le sue conoscenze, le sue esperienze. l’amore per l’arte e per cercare e trovarsi in tutto il mondo esterno e risvegliare l’universo interiore. Mi portava anche di notte nei boschi (viveva sull’Appennino Emiliano) per conoscerne sia le creature che ci vivevano che la natura tutta. Vegetariano in quanto rispettoso verso ogni forma di vita mi ha seguita perché lo fossi anch’io ed infatti ancora a 70 anni sono vegetariana. Era un grande ammiratore di Lev Tolstoj ispiratore del pensiero di Gandhi. Lui mi ha sempre ricordato Don Camillo e Don Peppone, anticlericale una volta alla settimana andava a giocare a scacchi con il parroco, ed era uno spasso vederli insieme don Vito che cercava di fargli cambiare idea e mio nonno incrollabile socialista di quelli veri che non lo smuovevi di un millimetro. Quando andavo anch’io da don Vito che poverino diceva:”ma cosa mai insegnerai a questa creatura tu miscredente!” e mio nonno rispondeva incrollabile: “ad ESSERE”. Ho ricordi di quando veniva a Milano che mi portava a Brera (ed io poi ho studiato all’Accademia di brera) o in altri musei per vedere oltre l’apparire il vero messaggio lasciato in quelle tele o in statue. In chiese o in altri edifici mi faceva scoprire i simboli esoterici, l’ultimo suo regalo fu portarmi a vedere la cattedrale di Reims e quella di Chartres. Ma sopratutto ci teneva a farmi vivere i boschi e i laghi per farmi cogliere la sacralità di Madre Terra… che lui definiva la matrice della vita.
    Come puoi ben capire sono cresciuta vedendo e sentendo cose che è difficile sentire per chi vive lontano da tutto questo, e la sua sensibilità gli aveva fatto capire che solo iniziandomi piccina avrei potuto vivere e avvertire la profondità della creazione. Poi la vita mi ha fatto incontrare tante altre persone speciali e prima di tutti il mio amato René con il quale ho condiviso il cammino di crescita ed insieme abbiamo vissuto esperienze importanti, magie, e anche tante risate perché abbiamo sempre amato rendere la vita gioiosa e grazie a quell’energia che diventa poi forza vivi le esperienze drammatiche (e come tutti ne ho avuta tante anch’io) in un modo cosciente e riuscendo a far si che quel dolore non fosse ditruttivo.
    Anche tu hai doti, altrimenti non scriveresti, non penseresti e non vedresti come invece fai oltre quei veli che ingannano la maggioranza della gente. Non hai avuto spinte dall’esterno importanti come ho avuto io ma stai percorrendo una strada che anche nel dannarti nei problemi di una vita non generosa riesci ad aprire porte sul tuo infinito mondo conoscitivo interiore. Amati perché sei l’essere più prezioso che hai al mondo, ed è solo da te stessa che può nascere ogni giorno l’Enrica che cresce che cambia che si trasforma. Sei la fonte principale per la tua gioia e la tua serenità per questo metti sempre te stessa in primo piano, amandoti fino in fondo potrai donare amore senza mai sentirti delusa dagli altri perché tu sei “il tuo mondo” anche quello più importante… quello segreto di cui tu sola ne hai la chiave. Eliana

    1. Enrica

      Eliana cara, ti ho risposto in privato, grazie.

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