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Permettere l’arrivo della nostra vera Storia. La Runa Thurisaz

La nostra strada può essere ostruita da rigogliosa vegetazione fiorita e persone care che hanno costruito le loro certezze sul nostro sentiero.

Oppure capita che il passaggio sia ostacolato da tesori, o presunti tali, da scrigni mai aperti, dalla casa dell’infanzia, da ruoli auto imposti, dall’attaccamento ai ricordi felici e amori finiti tenuti in vita dal senso del dovere, e soprattutto dal senso di colpa.

E il cammino, o il fluire, si arresta e rimaniamo fermi.

Non sempre ciò che impedisce il desiderio, l’amore, la realizzazione sono rami secchi o cose facili da smantellare.

Brandire la scure di Thurisaz può far male.

Togliere ciò che ostacola l’arrivo dell’amore nelle sue molteplici forme, comporta un lavoro destrutturante pari a una disintegrazione.

Il messaggio della Runa Thurisaz

Così descritta, Thurisaz, sembra una runa difficile che ci chiede un compito troppo arduo e forse è vero ma solo in parte.

Liberare quel sentiero che permette l’arrivo della nostra vera narrazione, significa donarsi a se stessi, essere ideatori, progettisti e costruttori dell’opera meravigliosa che può diventare la nostra vita.

Se un presunto amore ci rende infelici non è amore.

Se un lavoro spegne la nostra creatività non è il lavoro per noi.

Se un ricordo anche se felice ci tiene fermi nella stagnazione dell’attaccamento, è un ricordo da lasciare andare.

Se i familiari o le persone alle quali siamo affezionati soffocano il nostro entusiasmo, ci tengono legati a determinate credenze che ci tarpano le ali, allora semplicemente diciamo loro la verità.
E se necessario lasciamoli indietro mentre ci incamminiamo verso la vera casa, la Casa dell’Anima.

Thurisaz è lo Spirito che ti permette di vedere il vero volto di ciò che, fino a questo momento, ti ha impedito di narrare la tua vera Storia.

Non siamo mai soli sulla strada del cuore, gli Spiriti ci accompagnano, ci mettono una mano sulla spalla e ci guidano lungo il cammino.

Non è facile ma è necessario essere sovversivi e ribelli per trovare se stessi.

 

Enrica

 

Questo articolo ha 2 commenti

  1. eliana

    Mi è venuto in mente un episodio legato a questa runa… Gli ultimi anni 90′ avevo aperto un negozio a Milano nelle cui salette dietro si tenevano conferenze, corsi e seminari, ed incontri veramente speciali. Una domenica una nostra amica, Adriana Bolchini, su richiesta di alcune persone, presentò uno dei suoi tanti libri: Guida alla Magia Bianca. Era presente un giovanissimo (18anni) che per me e mio marito era divenuto come un figlio “spirituale”, dalla presentazione del libro e da altri discorsi che si intrecciarono in quel magico pomeriggio Matteo (questo era il suo nome) rimase come rapito da pensieri ed immagini. Neanche una settimana dopo arrivo in negozio con una tela che voleva donare ad Adriana. Io e Renè ne rimanenno affascinati perché era la prima volta che dipingeva ed il dipinto era pieno di forza e di fascino. il titolo del quadro era appunto Thurisaz (da notare che lui non aveva conoscenza delle rune), la runa che risplendeva su un dolmen che era di lato in primo piano mentre dietro si svolgeva una battaglia. Matteo aveva rappresentato vicino al dolmen un guerriero che impugnava una spada e sulla lama della spada, se ricordo bene, c’era scritto saggezza e consapevolezza. Il guerriero ci disse che sentiva che era Thor il coraggioso pronto ad usare la sua forza in combattimento. Gli chiedemmo perchè quella runa, perchè quella rappresentazione e lui ci rispose che temeva che era nel suo destino e che forse lui non avrebbe vinto la battaglia finale e che voleva regalarlo ad Adriana perché lei con le sue parole aveva aperto una porta su un suo aspetto segreto. Purtroppo nel tempo quel quadro si rivelò come una profezia perché Matteo dopo un’esperienza dura vissuta durante un viaggio in India tornando in Italia dopo un anno e a soli 22 anni decise di arrendersi lasciandoci a tutti colmi di dolore. Thurisaz è scolpita nel mio cuore associata alla guerra e alla lotta quotidiana contro il nemico (che può essere anche dentro di te), può essere l’arma che ci aiuta a difenderci e a offendere, è la spada del guerriero, ma bisogna saperla usare con saggezza e consapevolezza come diceva nel quadro Matteo. Usarla anche con determinazione per non esser sconfitti. E’ coraggio e conquista ma anche solitudine e paura se non si è pronti alla battaglia. Il quadro poi Adriana lo vendette ad un’asta in cui raccogliemmo fondi per aiutare dei profughi tibetani (un popolo che amo prefondamente).

    1. Enrica

      Che dire Eliana, sono senza parole. Matteo era sicuramente un ragazzo speciale. Non voglio inciampare in frasi retoriche e preferisco risponderti con un semplice ma davvero immenso GRAZIE!

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