Avevo una gatta, ma non mi apparteneva. Era selvatica, randagia come una zingara.
Eppure, si accoccolava sulle mie gambe facendo le fusa. Io ero una bambina, e queste attenzioni mi facevano sentire fortunata, lei mi aveva scelto.
Non ho mai scoperto da dove arrivasse ma sempre, quando mi sedevo davanti al fiume, lei veniva da me.
La gatta un giorno smise di apparire da quel luogo segreto.
E io sono ancora qui seduta davanti al fiume.
Forse devo smettere di aspettare.
Forse sono io che ora la devo cercare,
per sentirmi ancora fortunata,
per avere sollievo,
per tornare chi ero.