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Il piacere e l’evoluzione

Forse la verità è che non c’è nessuna verità.
Nel momento in cui arriviamo a comprendere un insegnamento o una teoria anche con l’esperienza, dobbiamo già passare oltre.

Capita spesso che molti degli insegnamenti che ci permettono di evolvere ci vengano consegnati tramite eventi spiacevoli, grandi dolori o persone che in qualche modo ci feriscono.

Io stessa ho fatto esperienza di quel dolore che poi mi ha aiutata a ritornare sulla strada giusta. Quella famosa via del cuore, priva di attaccamenti, bisogni, calcolo e vantaggi.

A volte, però, si corre il rischio di pensare che solo attraverso il dolore sia possibile crescere come individuo, sia intellettualmente che spiritualmente ed emotivamente.

Facendo nostra questa ideologia, anche inconsapevolmente, si può cadere nella pericolosa convinzione che gli eventi dolorosi siano gli unici agevolatori della crescita interiore, o della scoperta di sé stessi e della propria storia.

Ci sono insegnamenti che ci vengono elargiti in vari modi e non per forza solo attraverso la tribolazione.
A volte sviluppiamo la saggezza e la consapevolezza anche grazie all’incontro con una persona speciale, un evento gioioso, un viaggio, una immersione nella natura, e cioè tramite il piacere.

 

Il Piacere

I bambini, in questo, sono grandi maestri i quali, si sa, apprendono più velocemente con il gioco, ma cos’è il gioco per un bambino?

Darsi piacere, semplicemente.

Ogni loro nuovo apprendimento, se ha la componente del piacere, viene acquisito velocemente in linea con le sue doti innate.

Un bambino impara velocemente a camminare se adora la scoperta e l’indipendenza, poi c’è chi ama esprimersi con le parole e sarà presto un adorabile chiacchierone.

In età adulta i sensori del piacere s’intasano purtroppo, ma posso assicurare che è possibile sturarli.

Come?

Per me è stato essenziale tornare a me stessa e smettere di essere un ruolo.
Il mio mantra in questo periodo è “io non sono”, che non è altro che riconoscere che non sono un “io”, e quindi smettere di mettere limiti e confini.
Ho cominciato pasticciando con pennelli, colori e matite carboncino, ballando e, infine, scoprendo che la scrittura era la vera fonte del mio piacere.
Me ne sono fregata del giudizio e del tornaconto e non ho più smesso.

Come fa un bambino, il quale non si chiede se è capace, se è possibile, se è pericoloso o difficile e un bel giorno, semplicemente, si alza e inizia a camminare non perché deve, ma perché si diverte e basta!

E allora scegliamo il piacere come maestro, e scegliamo di divertirci mentre facciamo esperienza di noi stesse.

Enrica

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