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La dea Hel

Come vivresti se potessi vedere la mia ombra dietro di te?

Quale senso daresti ai tuoi giorni, alle tue mansioni, ai tuoi passi?

Sono Hel, il mio nome esce dalle labbra come l’ultimo alito di vita o come l’urlo della nascita.
Sono Colei che crea calzari con l’ego degli uomini, per poterlo calpestare ad ogni passo.

Ascolto con cipiglio le scuse e apro le sbarre delle prigioni mentre la paura, vestita da sicurezza, chiude l’uscita.

Sono l’infero, nel mio regno accolgo chi non ha desiderato, chi ha creduto di poter vivere senza mai guardarsi allo specchio.
Sono le occasioni mancate, le labbra arse, le parole non dette, i piedi senza passi, le mani senza carezze.
Sono il cuore di ghiaccio.

Io Sono le bugie e gli imbrogli. Sono quel carro vuoto e arrugginito fermo innanzi alle abitazioni, quel carro senza cavallo che non è mai partito.

Posso essere Femmina misericordiosa di grazie sublimi col seno scoperto per sfamare, e la pelle calda per accogliere, ma posso essere il teschio infecondo della fine, le membra in dissoluzione di una vita sprecata e i conseguenti penosi lamenti.

Vivere e riconoscere la mia presenza nell’ombra che ti cammina a fianco, rende ogni passo una scelta, ogni giorno una rinascita. Chi mi saluta al risveglio dell’aurora e al riposo dopo il tramonto, vivrà con consapevolezza ogni attimo, ricordando quanto sia implacabile la mia ira.

 

Hel o Hella, dea della morte; divenne un tipo di femminile negativo solo dopo l’insediamento della Chiesa Romana, che diede un significato negativo e demoniaco alle divinità femminili.

Hel, era colei che induceva gli uomini e le donne ad atti eroici; il suo giudizio imparziale ma severo, insegnava che una vita non vissuta, veniva pareggiata con un oltretomba di castighi.

Veniva raffigurata con metà viso avvenente e metà orribile, potendo essere magnanima e guida nelle scelte di vita, ma anche crudele persecutrice. Il suo ruolo era evitare che le persone commettessero gravi atti contro sé stessi e gli altri, pena i castighi dell’inferno.

Fu proprio Hel a donare a Odino i due corvi a lui associati: Huginn (pensiero) e Muninn (memoria).

Enrica

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