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Io sono la mia libertà

Ho chiesto scusa alle mie gambe,
ho chiesto scusa alle mie mani.

Ho pianto tanto quando ho chiesto scusa alla mia vagina, alla vulva e al mio utero.

Chiedere scusa al mio cuore mi ha piegato in due, per giorni.

Non so perché credevo di non appartenermi, davvero, non  so rispondermi.

Eppure è andata così…

L’euforia della libertà era dolorosa e bellissima allo stesso tempo,
già, la libertà è entrambe queste cose.

Ho dovuto sfangare, ripulire, scrostare, caspita se faceva male,
ma ora sono libera, lo sono sempre stata, in realtà.

Adesso sono solo più consapevole,
adesso io sono la mia libertà!

Enrica

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